Nell’ultimo numero di IntranetFiles si parla, tra l’altro, di comunità virtuali in azienda. L’articolo di Maurizio Benzi è interessante e ha il pregio di provare a dare una classificazione un po’ di sofisticata dei vari titpi di community, per circoscriviere meglio le caratteristiche di quelle legate alla gestione della conosenza. Ma quello che veramente mi interessa è l’elenco delle ragioni del loro fallimento. Benzi ne elenca alcune:
– Percezione negativa da parte delle persone (es: la community come strumento di controllo dei vertici)
– Mancanza di focalizzazione della comunità verso obiettivi di business
– Mancanza di una cultura aziendale orientata alla condivisione
– Mancanza di riconoscimento o di incentivi da parte dei vertici aziendali
– Mancanza di competenze e di esperienze nella gestione di Community
– Presenza di regole stringenti o eccessive imposizioni dall’alto
– Tecnologia limitata
A queste carenze, sicuramente riscontrabili ne aggiungerei alcune altre:
– Mancata segmentazione della popolazione per famiglie professionali omogenee
– Scarsa attenzione ai temi “caldi” del momento, per i quali è necessario attivare il ropcesso di Knowledge
– Mancanza di evoluzione delle community verso una gestione autonoma da parete degli esperti che emergono al loro interno