Lo so, aggiorno pochissimo. E’ che sono molto preso con le mie attività di formazione, che mi portano lontano da casa. Ho in pentola tante riflessioni ma per ora resteranno nella mia testa, e forse è meglio così. In questo momento sto postando dalla camera d’albergo di una ridente cittadina vicino a Perugia. Solitudine. Lavoro. Meditazione. E qualcuno, qualche post più in basso, che mi contesta silenziosamente. Va bene. Proviamo a rifletterci su leggendo questo articolo sul valore comunicativo del silenzio.
Una domanda, però, mi alberga da qualche tempo in testa: che i formatori siano una sorta di nuovi cantastorie, che girano per le città raccontando le gesta eoriche di coraggiosi pionieri (leggi: benchmarking) e ci ricordano in forma poetica le leggi, gli usi e i costumi (leggi: regole empiriche) in un rito collettivo di appartenenza (leggi: aula a ferro di cavallo)?
Va bene. ho già straparlato anche troppo.