Mi rendo conto che faccio pubblicità, ma quando ci sono dei buoni contenuti è anche giusto dare visibilità alle aziende che li pubblicano (anche perché li pubblicano apposta…) E quindi vi segnalo questo articolo sulle “Comunità di pratica” (altri articoli interessanti li trovate qui).
Un assaggio:
“James Eucher, vice presidente della divisione ricerca e sviluppo della Nynex, incominciò a studiare queste comunità nel momento in cui si accorse che un gruppo di lavoratori della stessa azienda erano più veloci di altri nell’utilizzare le nuove tecnologie. Dallo studio risultò che il gruppo che impiegava più tempo era quello che non intratteneva alcuna comunicazione informale, a differenza dell’altro che in soli tre giorni, attraverso una reciproca condivisione di idee, aveva imparato e già impiegato il nuovo sistema tecnologico di amministrazione dei dati”.
Ne riparleremo (oh, se ne riparleremo). Queste cose sono più importanti di quanto appaiano: sono arciconvinto che chi si impadronirà di tecniche di implementazione e “coltivazione” delle comunità di pratiche, nei prossimi anni avrà tanto, ma tanto lavoro da fare. E forse questo concetto, così semplice e così potente, è la vera chiave per smontare dall’interno i vecchi modelli organizzativi e comunicativi piramidali tipo “Alcatraz”. Ricordiamoci sempre che le piramidi erano delle tombe.
Sapete com’è, siccome sto laggendo questo libro e oggi sono un po’ invasato…