Ho conosciuto Angelo un po’ di anni fa, quando arrivai a Roma per la prima volta. Allora non ci capimmo: credo fossimo entrambi troppo rapiti dalla nostra storia per provare a uscire da noi stessi e confrontarci veramente.
Oggi molte cose sono cambiate: Angelo è il mio maestro di improvvisazione jazz e anche un amico. Il suo nuovo disco è un omaggio al jazz come non se ne sentivano da tempo. In fondo, un atto di generosità e di rispetto. E il rispetto merita rispetto.