Tenetevi, perché questa notizia ha dell’incredibile. In uno stabilimento della Renault si sono registrati tre suicidi in pochi mesi. Il delegato sindacale, in questa intervista, attribuisce la responsabilità alla intranet aziendale, colpevole, a suo parere, del senso di isolamento che si respira in azienda.
Non è uno scherzo: la cosa è presa talmente sul serio che azienda e sindacato stanno pensando a delle contromisure organizzative. Come è possibile? Bisognerebbe capirci meglio, ma da quello che si intuisce dall’articolo vediamo che:
La intranet è totalmente top-down
La intranet non offre nessuna possibilità di interazione
La intranet è un collettore disordinato di dati, senza un adeguato filtro redazionale.
Questi, in una intranet sono errori gravi. Ma non tanto da spingere al suicidio, credo.
Proviamo a vedere le cose da un altro punto di vista: una intranet è una cartina di tornasole abbastanza fedele di come funzionano le cose in un’organizzazione, ed evidentemente in quel contesto si parla poco, c’è poca autonomia individuale, c’è una forte gerarchia interna, c’è poca collaborazione.
Queste sì, che sono cose che possono portare al suicidio. La intranet non è altro che il riflesso di quella situazione.
E alllora, che fare? Una gestione più accurata delle informazioni? Permettere domande e commenti da parte delle persone? Consentire ai dipendenti di dialogare tra loro sulla intraent per superare l’isolamento?
La soluzione ipotizzata ha del delirante: fare in modo che le notizie siano visibili in anteprima solo ai dirigenti i quali, a cascata, una volta lette faranno riunioni con i collaboratori per spiegarle (bambini, tutti qui, intorno a me, che vi leggo la notizia…)
Insomma, ad azienda piramidale si risponde piramidalmente, all’assenza di autonomia si risponde bloccando la possibilità di accesso. Che la cura sia peggiore del male?
Per ulteriori commenti potete leggere l’ottimo blog di Bertrand Duperrin