Nel mio lavoro mi capita spesso di parlare con grafici e sviluppatori professionisti. Discutiamo e io dico cose come: “io farei in questo modo”, oppure “dovreste provare ad andare in questa direzione”, con il mio bel pennarello sulla lavagna. Vengono fuori cose abbastanza interessanti. Ma quando ci sono gli amici di mezzo, che “devono fare il sito” la cosa prende un’altra piega, e mi ritrovo da solo a smanettare con l’html, che è tutta da ridere…
C’è il sito di Marta, divulgatrice scietnfica che ha cambiato vita e che ha messo su un agriturismo in Umbria.
C’è il sito di Claudio, psicoterapeuta romano con l’animo del filosofo, che è stato il mio terapeuta e ha deciso finalmente di entrare in rete.
C’è il sito di Angelo, musicista jazz e bravissimo insegnante, che voleva mettere in linea alcuni suoi materiali didattici e avere un suo spazio “ufficiale” (ci sono anche i relativi blog, che però devono ancora maturare…).
Lo so, lo so che sono siti “caserecci”. Lo so che sono basati su template preformati. Lo so che un professionista serio storcerebbe il naso, ma è il massimo che riesco a fare da solo. Per me è come una specie di gioco, totalmente gratuito, per restare in contatto con i miei amici.