Veramente molto interessante l’ultimo post di Dion Hinchcliffe, dedicato alle applicazioni 2.0 dentro le aziende e alla cultura interna.
Da una parte troviamo la considerazione che spesso le innovazioni tecnologiche sono molto più mature delle innovazioni culturali e qualunque progetto deve fare i conti con questo GAP (ho messo la parola in maiuscolo perché per me è l’acronimo di: “Gerarchie”, “Abitudini”, “Paura”).
Dall’altra parte vediamo che le applicazioni 2.0 permettono facilmente, per la loro propria natura, il superamento di una serie di ostacoli alla partecipazione e riducono piuttosto facilmente i tempi di applicazione di questi sistemi, poiché favoriscono lo “sporcarsi le mani” da parte delle persone.
Ovviamente ci sono delle condizioni che possono favorire od ostacolare questo processo e Dion ne elenca alcune (la scarsa familiarità con questi tools da parte di chi ha una certa età, la necessità di approntare meccanismi di reputazione per migliorare il “ranking” delle informazioni, la difficoltà a governare in modo efficiente le informazioni che si producono). Sarà compito dei progettisti delle intranet di nuova generazione tenere conto di questi fattori.
Credo comunque che, nel complesso, ci sia un eccesso di ottimismo da parte di Dion. Il GAP è ancora molto forte e bisognerà agire su più fronti per superarlo, anche se.queste tecnologie possono (anche se non necessariamente) dare il loro contributo verso una nuova prospettiva culturale nelle organizzazioni.