Oggi ho fatto lezione a simpatici ragazzi di vent’anni, aspiranti grafici e web designer. Era la prima volta che mi spingevo così in basso con l’età (generalmente non vado al di sotto dei neo-laureati, e per la maggior parte del tempo lavoro con persone adulte, nel senso di adulte adulte).
Come al solito sono partito con l’idea che mi avrebbero fatto un mazzo così su ogni cosa, ma alla fine credo di essermela cavata (cavarsela significa niente gente che dorme o che guarda il cellulare e si fa allegramente i fatti suoi), complice anche il fatto che mancava la connessione a internet (e lasciamo perdere…).
Come ovvio, nonostante le mie eterne velleità giovanilistiche, questa platea ha decretato il mio ingresso irreversibile nella fascia di persone che si chiamano “prof”, a cui si dà del lei e che, quando passano in corridoio, provocano un lieve abbassamento della voce nei gruppi di persone. Non basta parlare di web (no, neanche di web 2.0) e andare in giro con lo zainetto: hai le rughe, e si vede.
La cosa nuova è che ho scoperto che a tutto questo ero preparato, e non mi dispiace neanche.
Benvenuta, età adulta.