Preparo la lezione per i ragazzi ai quali alla fine farò aprire un blog (aleeee) mentre testo la piattaforma per la mia prossima aula virtuale di mercoledì. La piattaforma permette che tutti si colleghino con la webcam, ma è meglio non farlo se no si impalla. La piattaforma permette anche la co-navigazione, ma è meglio non farlo se no si impalla di brutto. La piattaforma consente anche di mostrare a tutti le slide del docente, ma poche (molto poche), poiché essa è molto suscettibile. La piattaforma permette anche di chattare con gli allievi, con una finestrella che assomiglia a un buco nel muro. Quindi, ragazzi, pochi messaggi e se non ne mettete è anche meglio.
Ehi, questa piattaforma mi è simpatica. La mia lezione si intitolerà: “Fare le nozze coi fichi secchi”, che è decisamente uno degli hit della mia vita.
Nel frattempo mi sono messo su My space, non so neanche io perché. Vorrei tanto personalizzare il template in adolescent-style ma non ci riesco. E’ decisamente una nemesi. Non ho capito neanche la differenza tra Add e request, per cui, per non sembrare un idiota non ringrazio mai nessuno. Mi arrivano richieste di amicizia da oscuri gruppi etno-jazz giapponesi. Forse vogliono che vada al loro prossimo concerto al discopub Pincopallitori-sama di Tokio ma mi sa che non ce la faccio.
La sera, prima di dormire, continuo ostinatamente a fare la cosa che mi piace veramente, ovvvero leggere Alasdair McIntyre, ma siccome casco dal sonno devo riprendere una mezza pagina prima di dove mi sono fermato la sera prima, per riuscire poi a leggere solo una pagina. Totale: mezza pagina al giorno. Per maggio ho finito.
Cristiano mi invita a una festa molto cool, con musica molto lounge, in un locale molto trendy in una zona molto chic nella quale, a suo dire, gira parecchia…beh, avete capito. Tutto questo scatena, come al solito, i miei complessi di inferiorità, che in genere si svegliano per molto meno (hanno il sonno leggerissimo).
Per la cronaca: mi ricordo che Piero Fassino ce la menava ogni due per tre in ogni trasmissione televisiva con la storia della ragazza precaria che viveva con il suo ragazzo, anch’esso precario, e facevano fatica ad arrivare alla fine del mese. Ora io vorrei che questa ragazza precaria, così tanto evocata, ci dicesse come si trova dopo due anni.
Stasera, a Roma, c’è il terzo ritrovo degli anobiani. Me sa che ce vado.