Toby Ward ha raccolto in giro un po’ di policy per il corporate blogging. elenca alcune di esse in modo esplicito
- No all’anonimato. Ogni post deve avere il nome dell’autore, con un link alla sua mail
- Ci vuole una frase che dica che il blog e i suoi contenuti sono frutto del punto di vista della persona e non solo e non necessariamente dell’impiegato.
- Nel footer del blog ci deve essere un link alle policy relative alla privacy e alla confidenzialità delle informazioni, con implicita adesione di tutti
- Ogni impiegato dovrebbe avere il consenso preliminare del suo capo per mantenere il blog
- Il rispetto reciproco per la compagnia, i suoi clienti e impiegati è un fattore critico e dovrebbe riflettersi in quello che viene scritto
- No al linguaggio insignificante: sviluppate una guida di stile che dia le linee guida rispetto al tono da usare (per esempio: professionale, ufficiale, conversazionale, senza gergo tecnico, ecc)
Ok ok, credo che alcune di queste siano discutibili, ed è anche vero che questi set di regolette per il corporate blogging stanno crescendo come funghi, ma è certo che, anche per il blog interni, una policy purchessia sia necessaria.
Quale potrebbe essere? Proviamo a elencare alcuni punti
– Se fai un blog interno ogni post avrà un link alla tua scheda sul cercapersone. Sei rintracciabile in ogni momento e tutti sappiamo chi sei.
– Se fai un blog interno spiega esattamente qual è il suo scopo, i suoi confini organizzativi, le sue modalità. Sia che parli di arti marziali perché sei un appassionato o del nuovo prodotto che segui come professional del marketing, comunque spiegalo fin da subito.
– Se fai un blog interno ti impegni ad aggiornarlo con regolarità, a fronte delle novità che capitano.
– Se fai un blog interno ti impegni a rispondere ai commenti dei colleghi. Anche quelli idioti, anche quelli di quelli che tu (e solo tu) reputi dei cazzoni.
– Se fai un blog interno avvisa i tuoi lettori che offese, illazioni e sarcasmi da quattro soldi potranno essere brutalmente cancellati. Siamo in azienda e siamo qui per collaborare. Se qualcuno vuole fare a botte, c’è il cortile esterno. Se qualcuno vuole
– Se fai un blog interno ti impegni ad essere completo: non solo testi ma anche foto, documentazione di progetto e tutto il materiale a supporto. Magari per te sono cose scontate, ma per i tuoi colleghi no
– Se fai un blog interno e qualcuno vuole partecipare come autore tu lo accetti con gioia e non ti metti a fare lo snob. Capito?
– Se fai un blog interno ti impegni ad usare un linguaggio adeguato al tuo pubblico di riferimento: se sono dei tecnici che appartengono alla tua tribù puoi usare il tuo gergo specifico, se sono un pubblico più vasto cerca di non usare gergo tecnico incomprensibile.
– Se fai un blog interno cerca sempre di specificare se quello che dici è un tuo punto di vista, da semplice collega o appassionato, o una posizione ufficiale dell’azienda. Se sei delle Risorse Umane e mi dici che quest’anno il budegt per la formazione si è ridotto, vogliamo sapere se è una voce di corridoio o un dato ufficiale.
– Se fai un blog interno ti impegni ad essere il più possibile trasparente e sincero verso le informazioni che dai sui progetti o le novità interne all’azienda che pubblichi. Se le cose fanno male lo dici, se le cose vanno a rilento ci spieghi perché. Eccetera.
– Se fai un blog interno e ti metti a fare polemiche con i colleghi lettori invece di aiutarli o a trattarli da idioti perché non ne sanno quanto te, la redazione ti chiude il blog senza che tu te la prenda
– Se fai un blog interno e a nessuno frega niente di quello che dici, la redazione ti chiude il blog senza che tu te la prenda.