Forse vi siete persi questo libricino di Lovink, che contiene tre brevi saggi dedicati al web 2.0, alla blogosfera e all’arte digitale. Siccome Non vorrei che questo libro, critico e intelligente, passasse inosservato, vorrei dare il mio contributo alla causa riportando, testuali, alcuni brevi brani del saggio sui blog che considero particolarmente significativi. Prendeteli come un sunto del sunto del libro.
Credo che Lovink abbia fatto dell’essere “oltre” un mestiere, per cui il suo stile risulta appesantito da una certa sfuggevolezza di fondo. Ma credo che alcune delle sue osservazioni sul nichilismo, sul rapporto con la verità, sulla difficoltà ad usare i media sociali per crreare un vero dibattito, siano illuminanti.
Ciascuno tragga le proprie considerazioni. E, magari, legga il libro. Buona lettura.
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L’erosione dei mass media non si vede dal ristagno delle vendite e dalla diminuzione dei lettori di quotidiani, e in molte parti del mondo il pubblico televisivo è ancora in crescita. A essere in declino è la fede nel messaggio. L’importanza del nichilismo sta lì, e i blog agevolano questo processo come nessun’altra piattaforma aveva mai fatti prima. Venduti dai positivisti come media dei cittadini, i blog aiutano gli utenti a passare dalla verità al nulla.
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Molti non hanno il tempo o la concentrazione necessari per fare un lavoro di ricerca come si deve e preferirebbero seguire il branco, cosa per la quale i blogger sono famosi.
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Il post originale pubblicato dal proprietario del blog non è uguale alla risposta del lettore. Gli utenti sono ospiti, non partner paritari e tanto meno antagonisti.
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I blog danno vita a comunità di persone che la pensano alo stesso modo, e il dibattito rimane all’interno del nuvole di blog omogenei.
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Commentare un blog con il quale si è in disaccordo è ritenuto persino insensato; ma se per esempio non siete d’accordo con Ito, è molto più sicuro postare le osservazioni sul vostro blog – “ti ho bloggato” – ma la possibilità che qualcuno come Ito possa rispondere è prossima allo zero. Ecco il limite dei blog. Molti blog eliminano del tutto la possibilità di rispondere, in particolare i diari delle celebrità e i blog degli amministratori delegati, scritti e gestiti da redattori professionisti.
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I blog non sono né religiosi né secolari, sono “post-virtù”.
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Le pagine dei blog stanno cominciando a somigliare ai portali barocchi di e-commerce degli anni
novanta: un cattivo presagio.
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È l’inesorabile incertezza del quotidiano a essere bloggata. Mentre gli imprenditori colonizzano il futuro, eccitati da allucinazioni coltive, i blogger disgelano il presente nel quale sono intrappolati. Bloggare è la risposta alla “individualizzazione della ineguaglianza sociale”.
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La sfida lanciata da milioni di blogger è: come superare l’insignificanza senza ricadere nelle strutture di significato centralizzate?
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I blog creano arcipelaghi di link interni, ma si tratta di legami molto deboli; per di più, non solo i blogger si riferiscono e rispondono in genere solo ai membri della loro tribù online ma non hanno alcuna idea di quello che potrebbe accadere se includessero i loro avversari. […] Grazie alla sua vastità, la prateria dei blog non è uno spazio conteso. Le differenze di opinione devono prima formarsi: non piovono dal cielo. Fabbricare opinioni è una raffinata arte di creazione dell’ideologia. [..] . E’ la condivisione dei pregiudizi, o forse delle convinzioni, a guidare la crescita del potere dei blog e della loro visibilità sugli altri media.
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L’obiettivo delle libertà radicale, si potrebbe sostenere, è creare autonomia, superare il predominio delle media corporation e il controllo statale e non essere più importunati dai loro “canali”. La maggior parte dei blog mostra una tendenza opposta: l’ossessione per i fatterelli rasenta l’estremismo; invece dell’appropriazione selettiva si verificano sovraidentificazione e dipendenza bella e buona, in particolare dalla velocità della cronaca in tempo reale.
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La vita è piena di cambiamenti e avventure, a a un certo punto l’attenzione riservata ai blog si smorzerà; saranno sostituiti dalla Cosa Nuova, proprio come loro stessi hanno sostituito i siti web e le homepage.