Grazie a Cristiano ho potuto accedere ad una serie di risorse che peraltro cascano a fagiolo rispetto all’attività che sto seguendo in questo periodo. Il tema è quello dei sistemi di reputazione e di ranking all’interno delle community aziendali.
Andrew McCafe ha scritto un bel post a riguardo, sostenendo – a ragione – che è necessario un sistema razionale di rating che permetta di ottenere un indicatore globale rispetto alle attività dei membri. E’ ovvio, dice Andrew, che se guardiamo solamente la quantità di post pubblicati sui blog, ad esempio, incentiveremo le persone a scrivere come pazzi cose brevissime e talvolta insignificanti.
Andrew suggerisce un tipo di analisi composta, ma è solo un esempio della direzione in cui andare.
Ora, per capire che pesci prendere ci viene in aiuto un buon vecchio Yahoo, che sui sistemi di reputazione la sa davvero lunga (prendo questa risorsa grazie al bel post pubblicato su “collaborative enterprise” segnalatomi da Cristiano).
Innanzitutto Yahoo stabilisce quello che chiama “Spettro competitivo“, ovvero la gamma di tonaloità competitive/collaborative che può assumere una community. Lo rappresenta così:
Sulla base di questo spettro vengono identificati alcuni tipi di sistemi di reputazione, che possono adattarsi o meno al tipo di posizionamento della community (autoaiuto, collaborazione, competizione, gara ecc). I sistemi di reputazione identificati da Yahoo sono 7 e le icone usate per rappresentarli sono bellissime, per cui le riporto:
1) Livelli di partecipazione etichettati (ad esempio, man mano che una persona fornisce contributi e partecipa passa da “nuovo arrivo” a “entusiasta” a “fanatico”)
2) Livelli di partecipazione numerati (ad esempio, man mano che i contributi aumentano la persona passa da livello 1 a 2 a 3 ecc)
3) Etichette identificative (ad esempio, alcuni membri ad un certo punto, o preliminarmente, vengono etichettati come “esperto”, o “veterano”, o “knowledge manager” ecc)
4) Punti (ad esempio, tutte le azioni che vengono fatte producono un puntegio che contribuisce al puntegio complessivo della persona)
5) Riconoscimenti collezionabili (ad esempio, oltre una certa soglia i partecipanti ricevono dei premi simbolici che mostrano nel profilo)
6) Podio (ad esempio: elencare la lista dei primi tre che hanno raggiunto un obietivo della community)
7) Top x (Fare in modo che si formi una piramide con i contributori top in cima)
Torniamo a noi, e consideriamo questo fatto: nella maggior parte dei casi, in un contesto aziendale, i problemi che abbiamo di fronte non riguardano tanto la competizione individuale su uno stesso obiettivo (tranne forse nella vendita) e neanche situazioni in cui la vittoria di uno sia la sconfitta di un altro (tranne forse che nei sistemi premianti a fine anno).
Piuttosto, quello che ci si pone di fornte è, nella maggior parte dei casi, è
– la necessità di incentivare la collaborazione trasversale
– Le necessità di dare visibilità alle persone che sanno di più e collaborano di più
– La necessità di identificare esperti e talenti nelle varei materie
– La necessità di mantenere alto il livello di interazione reciproca
Insomma, nella maggior parte delle community e social network interni ci troviamo verso la parte sinistra dello spettro (e, per la cronaca, tutte le volte che ho provato a collocare una communty nella parte destra ci ho sbattuto i denti).
Questo significa che è necessario adottare sistemi di reputazione che premino i comportamenti collaborativi e identifichino i “talenti” all’interno dell’organizzazione. In pratica un utilizzo combinato dei sistemi 1) – 3) – 4) – 5).
A titolo di esempio, nel social network che sto costruendo, abbiamo cominciato ad evidenziare le persone che hanno contribuito di più al sapere della community e i partecipanti che hanno ottentuo maggior apprezzamento dalla community in termini di utilità. Questo è il sistema relativo al forum:
Attenzione: questo è solo l’inizio. Quello che arriveremo a fare sarà, inanzitutto, identificare, come dice anche Andrew, un algoritmo che pesi le diverse attività delle persone (commentare un post o scrivere un intervento nel forum “costa” di meno che costruire e pubblicare un materiale informativo o creare una nuova pagina informativa nel wiki) e costruisca un indice globale di partecipazione, sul quale inestare dei meccansimi di visibilità (label o riconoscimenti collezionabili). A fianco di questo le persone troverano un indice di “qualità” degli interventi, costruito dal basso dalla community.
Ok, l’algoritmo che ho pensato è più complicato di così, e può darsi che tutto questo funzioni oppure che ci sia bisogno di aggiustamenti. Quello che è sicuro è che è impossibile per un social network o una community sopravvivere senza un qualche sistema di reputazione integrato di questo tipo.