Credo che ci sia un tema che, sia nei suoi risvolti strettamente tecnologici che nella visione strategica che ne costituisce lo sfondo, attraversa tutti i progetti intranet di nuova generazione.
Credo che questo tema sia la vera chiave di volta che segna il passaggio ad una nuova visione dei rapporti professionali, del nostro stare in azienda come portatori di saperi, del modo con cui ci inseriamo nei processi produttivi, della maniera con cui creiamo valore ogni giorno, degli equilibri tra ciò che siamo come persone e ciò che siamo come lavoratori.
Questo tema è senza dubbio l’identità, e se ci torno sopra è perché credo che si debba fare chiarezza una volta anche, in modo da partire con il piede giusto nella progettazione di sistemi di knowledge sharing, di enterprise 2.0 e di social network interni, ovvero che i progetti con cui ci confrontiamo oggi.
Fino ad oggi, e Jacob Nielsen ce lo ha ripetuto fino alla nausea, una delle killer application dei progetti intranet è stata il cercapersone, o directory aziendale, che assolve il ruolo di rubrica del telefono o rubrica dei contatti dei dipendenti.
Questa applicazione è ovviamente fondamentale, perché risolve una serie di problemi oeprativi che tutte le persone hanno durante la loro giornata: trovare il numero di telefono del collega, il suo capo, il suo settore, la sua mail eccetera. Non mi stancherò mai di ripetere che questa è veramente un’applicazione fondamentale.
Ma veniamo al punto: se mi limito a tracciare questi elementi, che cosa ne sarà della mia identità perofessionale? In sostanza verrò rappresentato, alla fine, in una specie di scheda elettronica entro la quale sono descritti i miei riferimenti organizzativi, la mia collocazione in azienda, in poche parole il mio ruolo.
E’ tutto qui? Credo proprio di no. Chiunque, guardando una scheda del genere, riconoscerà solo una parte di sé. Nella nostra giornata lavorativa, in fondo, facciamo molte cose: mettiamo in gioco competenze, saperi, relazioni, expertize. Produciamo documenti, chiediamo consigli, diamo risposte. Premiamo e veniamo premiati. Siamo noi.
La nostra identità professionale è qualcosa di più della rappresentazione impoverita che ce ne dà il cercapersone: è un gioco dinamico tra alto e basso, tra personale e lavorativo, tra contenuti e relazioni. È questo che dobbiamo rappresentare. È questo che ci serve.
In questa nuova visione l’identità si compone di diversi elementi, generati peraltro in modi assai eterogenei:
– Alcuni sono generati dall’alto (informazioni organizzative)
– Alcuni sono generati dalla persona (informazioni personali, foto, fotogallery, documenti e materiali pubblicati, skill inventory)
– Alcuni sono generati dalla community (rating e ranking sulla bontà dei contenuti prodotti)
– Alcuni sono generati dal sistema (link ai contenuti prodotti, elenco contatti..)
Come vedete, in questa rappresentazione le informazioni organizzative sono solo una parte del gioco, che in realtà è giocato a tutto campo tra informazioni aziendali, informazioni personali, expertize, contributi dati alle community, progetti seguiti, colleghi con cui faccio rete, qualità dei miei contributi. Il risultato è qualcosa di simile a questo:
Come vedete è qualcosa di ben diverso dalla scheda del cercapersone: comincia ad essere qualcosa in cui posso riconoscermi, e nel quale possono riconoscermi anche i miei colleghi. Non solo: comincia ad essere un oggetto che entra in gioco nei processi operativi con cui le persone si cimentano ogni giorno.
Non è un gioco: è l’architrave di un nuovo modo di lavorare degerachizzato, relazionale, personale e professionale al tempo stesso.
Per inciso, ho visto per esperienza che questo tipo di informazioni diventano rapidamente le più viste nei progetti di enterprise 2.0 a cui ho partecipato.
Questo oggetto non è un oggetto separato dagli altri nella intranet, anzi: ogni contenuto prodotto è collegato ad esso. Ogni articolo, ogni documento, ogni post nei forum, ogni attività che viene compiuta sulla intranet è legata a doppio filo a questa identità dinamica rappresentata da questo profilo arricchito.
Se volete progettare un social network interno o una intranet di nuova generazione, ricordate sempre che il primo passo che dovete fare è chiedervi: in questo particolare contesto organizzativo, come rappresento l’identità delle persone? Come la rappresento nel sistema? Come la metto in gioco nella generazione dei contenuti?
Se saprete rispondere a queste domande nel modo corretto avrete una intranet di nuova generazione successo. Utile, divertente, innovativa. Se sbagliate a rispondere o, peggio, non vi ponete neanche la questione, le cose si faranno molto, molto difficili.