Oscar Berg è a mio avviso lo studioso dei fenomeni intranet ed enterprise 2.0 più interessante nel panorama internazionale: ogni suo intervento è originale, profondo e illuminante sotto molti aspetti. Qualche tempo fa ha pubblicato un paio di post (piuttosto lunghi) a proposito dei cambiamenti che stanno avvenendo nel rapporto tra valore delle informazioni e modalità di distribuzione delle stesse.
I post si intitolano:
– Perché le intranet tradizionali sono inadatte ai lavoratori della conoscenza di oggi
– Il “business case” per le intranet sociali
i due post sono piuttosto articolati e vi invito a leggerli con molta pazienza, ma il senso degli interventi è questo: se disponiamo le informazioni che girano in azienda in ordine di maggiore o minore “necessità” da parte delle persone, quello che otteniamo è un andamento a coda lunga
Ovvero, ci sono poche informazioni che sono molto utili a tante persone e moltissime informazioni che sono utili, di volta in volta, a poche persone.
Ora, i lavoratori della conoscenza operano, in genere, con le informazioni contenute nella parte rossa: hanno bisogno di volta in volta di informazioni molto specifiche e in grande quantità. Che si tratti di pezzi di codice, di indagini di mercato, di consigli e trucchi, di listini e aggiornamenti, ci troviamo di fronte ad una massa di dati che difficilmente entrano nella “testa corta” delle informazioni richieste da tutti: eppure sono quelle che, il più delle volte, servono davvero nel lavoro di ciascuno.
Benissimo. Ora, come operano le intranet tradizionali? Ovviamente selezionando una serie di informazioni *tra quelle più richieste*, perché sono quelle che garantiscono un vantaggio rispetto al costo di produzione
Peccato che queste informazioni (pensiamo ad esempio a tutte le informazioni H.R.), nella maggior parte dei casi non entrano del “vivo” dei problemi operativi di ciascuno. Ma le intranet tradizionali non sono in grado di dare le “altre” informazioni, perché non dispongono degli strumenti umani e tecnologici per farlo (ad un costo sostenibile).
Ed è qui che le intranet sociali entrano in campo: nelle intranet sociali la coda lunga delle informazioni utili è assicurata da tutti gli utenti, che si occupano di produrle ad un costo via via decrescente man mano che aumenta la partecipazione (c’è molto anche di Shirky in tutto questo).
Tante persone, che producono ciascuna pochi contenuti, che diventano tanti contenuti, che servono di volta in volta a poche persone.
Credo che questo modo di vedere la cosa sia davvero acuto, perché riesce a legare strettamente e in modo elegante il cambiamento degli strumenti con il cambiamento delle modalità di produzione di valore.
Se volete chiarirvi ulteriormente le idee non perdetevi questa bellissima presentazione dello stesso Berg, una delle migliori del 2010