A volte i progetti sulla intranet si modificano strada facendo a causa dello scontro di interessi contrapposti. Il risultato di compromesso che ne viene fuori è spesso una mediazione che non accontenta nessuno, tantomeno i poveri e ignari utenti; ai quali, anzi, vengono presentate queste inspiegabili “soluzioni” frutto di bizantinismi insondabili e che i malcapitati sono in genere costretti ad archiviare come “l’ennesima cazzata”. Succede spessissimo nei siti della PA e succede, purtroppo spesso, nelle intranet.
Tutto questo è ben raccontato dal buon Luke Oatham, intranet manager al Ministero di Giustizia britannico, in un divertente e amaro post intitolato: System status and vanity intranet pages.
Qual è il problema? Provo a riassumerlo per punti:
E io cosa faccio se l’applicazione che sto usando non è tra quelle 30? E se l’applicazione è color ambra? Ma lo scopo non era ridurre le chiamate verso IT? Pazienza.
Questa storia simpatica racconta molto su come funzionano le organizzazioni, su quale (purtroppo) sia, molto spesso, il ruolo di IT al loro interno, su quale sia il reale peso degli interessi degli utenti in un progetto web.
E tutte le volte che vi capita di vedere qualcosa del genere in un’applicazione interna, ovvero scelte incomprensibili che cozzano contro il buon senso di chiunque (che poi è il buon senso tout court), sappiate che 9 volte su 10 si tratta del famoso cammello, che, come è noto, è un “cavallo disegnato dal gruppo di lavoro”.
Il gruppo di lavoro che litiga.