Nell’affollatissimo panorama di post che danno buoni consigli su come aumentare la partecipazione, l’adozione e l’engagement dei dipendenti ai progetti social interni (bastino ad esempio articoli come Employee engagemente and intranets di Steptwo oppure Social intranet Adoption di IBF o ancora For Enterprise Social Networks, how much adoption is enough? di Yammer e così via per decine e decine di post) spicca un post recente apparso sul blog di Thougtfarmer.
Il post, oltre a dare 15 buoni consigli per coltivare una community interna cerca anche di formalizzare un po’ il fenomeno “community”, distinguendo (come anche io faccio più o meno negli stessi termini e come ormai vedo che viene fatto abitualmente in letteratura) tra gruppi funzionali, team di lavoro, comunità di pratica e comunità di interessi (io in genere aggiungo un quinto livello che è quello dei veri e propri network o “ecosistemi”, ad esempio nelle iniziative di idea management).
Insomma, il post (che è in realtà il risultato di un workshop tenuto di recente) è un po’ più “solido” di quelli che si trovano in giro abitualmente, e pertanto lo segnalo volentieri. Per comodità traduco anche almeno i titoli dei 15 consigli:
Si potrebbe andare avanti ore e ore a elencare consigli come questi, e chi ha un po’ di dimestichezza con le community interne se che ci sono molti aspetti da considerare. In ogni caso trovo questi particolarmente di buon senso e tutto l’articolo è molto interessante.
Concludo il post con la canonica Call to action bloghereccia: e voi quanti ne avete adottati nella vostra azienda?
Ce ne sono altri che vi sentireste di dare? 🙂