C’è un libro che, a mio parere, dovrebbe essere letto da tutti coloro che si occupano di comunicazione , si tratti di giornalisti o di comunicatori aziendali, organizzatori di eventi o web writer, fotoreporter o blogger incalliti.
L’autore è il filosofo Rocco Ronchi e il titolo del libro è “Teoria critica della comunicazione”. Personalmente, ritengo sia una delle migliori e più esaustive analisi filosofiche del fenomeno comunicazione presenti nel panorama filosofico italiano di oggi.
Come è abitudine di Ronchi, l’argomentazione smonta pezzo per pezzo alcuni assunti impliciti e non problematizzati, per ritrovare una precisa genealogia del fenomeno e soprattutto delle sue basi epistemologiche. Come sempre la prosa e le argomentazioni sono sapientemente accompagnate da audaci cavalcate nella storia della Filosofia, della linguistica, della sociologia.
Troviamo Platone, Bergson, Bateson, la sociolinguistica, Jackobson, Derrida, Grice, Austin, Husserl, Searle, Frege, Malinowski, Wittgenstein e moltissimi altri pensatori che vengono “messi in gioco” per smascherare l’assunto di base implicito nella nostra epistemologia ingenua della comuncazione: l’idea, cioè, che comunicare sia trasmettere qualcosa.
troverete, nel libro, uno dei più intelligenti, originali e persino poetici utilizzi del famoso concetto di funzione fàtica di Jackobson, che viene rivoltato contro se stesso per approdare ad un nuovo territorio di studio e ad una nuova ridefinizione della comunicazione.
Il libro è difficilotto ma, credetemi, ne vale la pena