16 Gen. 2012

Il cammino tortuoso della Intranet personalizzabile

Qualche post fa parlavamo del rapporto tra globale e locale in intranet, il che si potrebbe anche tradurre in termini del rapporto tra informazioni profilate e non profilate, in quanto la profilazione definisce i criteri (geografici, dipartimentali, di ruolo, di lingua, di azienda, ecc) che consentono di “localizzare” le informazioni e i servizi.

Da qualche anno a questa dimensione va sempre associata quella, come abbiamo più volte visto, della personalizzazione, ovvero delle scelte lasciate al singolo dipendente nel costruire il proprio set di informazioni. Anche su questo punto, come abbiamo visto in molti esempi recenti, non esistono scelte nette, ma uno spettro di possibilità, che hanno riassunto bene gli animatori di Intranetizen in un loro post

http://intranetizen.com/wp-content/uploads/2011/04/personalisation.png

Molto saggiamente, gli autori individuano, per ogni tipo di scelta i pro e i contro. Anche in questo caso, come per il rapporto globale/locale, al crescere della dimensione dell’azienda i vantaggi di una differenziazione si fanno sentire.

Ma attenzione perché, come fanno notare gli autori, sono ancora pochi i dipendenti che personalizzano, e quelli che lo fanno spesso creano pagine simili. Il che ci porta alla domanda: ma non era meglio fare prima una ricerca seria sugli utenti e poi dare loro subito quello che gli serve?

In realtà credo che un buon bilanciamento tra aspetti profilati e personalizzazioni sia oggi indispensabile, purché le cose che si possono personalizzare siano realmente utili (vedi la My page della intranet comune di Venezia) e purché  le funzionalità siano siano accompagnate e comunicate in modo serio a tutti i dipendenti.