Oggi è arrivato, per e-mail, l’ennesimo no da parte di una possibile-aspirante-amica-compagna-anima-gemella. Ora io mi chiedo: dove sbaglio? Dove sbagliamo tutti? Andare a un concerto è compromettente? Sono un uomo cosi pesante? Se sei simpaticone sei troppo simpaticone (bambinone no no no). Se sei colto sei troppo colto (professorino no no no). Se sei virilone sei troppo virilone (macho no no no). Se sei esplicito sei troppo esplicito (oh, che spavento!!!). Se la tiri in lungo…Beh, se la tiri in lungo non se ne fa niente. Avete tutte 10.000 cose da fare, dovete farvi strada, siete confuse oppure avete le idee fin troppo chiare. Siete depresse, ma vi riprenderete, da sole dovete farcela da sole. Andate in palestra dove coltivate a più non posso amicizie mordi e fuggi (più fuggi che mordi) e state appresso a stronzate che mi vergogno anche solo a nominare. Viaggiate di corsa sulle vostre macchinine con i vostri telefonini sempre pieni di messaggini. E siete già impegnate con persone che non capisco come vi abbiano impegnate visto che siete sempre tanto tanto impegnate. Io sarei disposto a lasciare tutto. Da subito. Ma non vi basta. Volete essere corteggiate, ma non seriamente, solo come onanismo mentale, dongiovannesche fino al parossismo di godere dell’assenza, degli atti incompiuti, del puro simulacro di un rapporto. Adesso abbiamo anche i blog, le mail, gli sms, così possiamo tirarci scemi a vicenda in modi che non avremmo mai immaginato. Abbiamo tutti così paura della vita, siamo terrorizzati che ci attacchiamo alle quattro cose consentite socialmente per socializzare senza impegnarci. Nel locale con la caipirinha e altre 15 persone che non si conoscono e mai si rivedranno: ecco, questo sì. E c’è anche chi si vanta di fare questa vita. E di conoscere “gente”, ovvero un simulacro sociale ben costruito per farci dormire bene la notte. Un oggetto a cui stringiamo la mano dicendo “piacere sono pincopallino, non ci rivedremo più così cerchiamo di parlare di stronzate tutta la sera. Grazie”: Non avevate niente da dire a 16 anni, e andavate in discoteca, non avete niente da dire a 26, e andate nei locali, non avrete niente da dire a 36, quando divorzierete. E allora vorrete darvi alla *pazza gioia* scoprendo, solo allora, che non avete mai avuto niente da dire. Ma non preoccupatevi: se siete belle gnocche troverete comunque un uomo, che però vi deluderà perché è troppo superficiale (ma guarda un po’). Cosa volete? Non mi dite che volete la dolcezza, non mi dite che volete l’avventura, e soprattuto non mi dite che volete *l’amore*, perché è *esattamente* quello che non volete. Voi non sapete più cosa farvene di queste cose. Non sapete più dove andare a cercarle. E neanche io, a dir la verità.